INTRODUZIONE

La finanza decentralizzata (in inglese DeFi o Decentralized Finance) è un movimento che punta a rivoluzionare il settore finanziario rendendolo accessibile a tutti e rendendo obsoleta la presenza di intermediari come banche e altri istituti finanziari. Per far ciò, la DeFi utilizza tecnologie all’avanguardia come blockchain, smart contract (o contratti intelligenti) e crittografia.

Il termine DeFi nasce nell’agosto del 2018, dopo una sessione di brainstorming in una chat di Telegram degli sviluppatori di Ethereum.

La prima vera applicazione DeFi risale al 2015, con il progetto MakerDAO. MakerDAO è una piattaforma di prestiti in cui gli utenti possono depositare delle criptovalute come garanzia, e ottenere in prestito un certo ammontare di DAI, il token nativo della piattaforma. Il DAI è uno stablecoin legato al dollaro in un rapporto 1:1, il cui valore è mantenuto stabile dalla stessa MakerDAO mediante l’utilizzo della blockchain di Ethereum e degli smart contract che servono a gestire il prestito in tutti i suoi aspetti (richiesta di prestito, pagamento, liquidazione, etc.).

MakerDAO rappresenta a pieno cosa significhi finanza decentralizzata, in quanto offre diversi servizi finanziari gestendo tutto tramite blockchain e smart contract e senza il controllo o la supervisione di governi, banche o altri istituti finanziari.

A partire dal 2015, sono nati numerosi progetti DeFi, tra i più importanti la piattaforma di prestiti crypto Compound e il crypto exchange decentralizzato Uniswap

Nel corso degli anni la finanza decentralizzata ha ricevuto sempre più attenzioni da parte dei media, tanto che nel 2020, giornali del calibro di The Washington Post e Bloomberg hanno deciso di scrivere delle mini-guide a riguardo.

Quali sono le caratteristiche della DeFi?

Per comprendere a pieno il concetto di finanza decentralizzata e il suo funzionamento, è prima necessario entrare in confidenza con ciò che la caratterizza. Essenzialmente la DeFi è un sistema:

  • Non-custodial 
  • Aperto
  • Trasparente
  • Decentralizzato

Non-custodial

Nella DeFi, a differenza di sistemi centralizzati come quelli tipici delle banche, non vi è un’entità che detiene i fondi degli utenti che, invece, possono essere trasferiti da un utente all’altro mediante una rete di network decentralizzati.  Pertanto, gli utenti sono gli unici a detenere all’interno di wallet virtuali i propri asset digitali e le chiavi private ad essi legate. Un sistema del genere viene chiamato non-custodial, e questo differisce dai sistemi custodial in cui, invece, un’entità centrale (come ad esempio una banca) detiene i fondi degli utenti.

Se da un lato questo rende la DeFi meno prone a censura e attacchi hacker, d’altro canto mette molte più responsabilità sulle spalle degli utenti, che dovranno stare molto attenti a conservare le proprie chiavi private, senza le quali non potranno più accedere ai propri fondi.

Aperto

La DeFi è un sistema aperto in quanto tutti possono usufruire dei servizi finanziari decentralizzati senza la necessità di un permesso. Tutto ciò che serve è un crypto wallet e una connessione ad internet. Le applicazioni decentralizzate non richiedono ai propri utenti le loro informazioni personali e spesso non sono necessari nemmeno nome utente e password.

Trasparente

Le applicazioni della DeFi sono per la maggior parte open-source il che permette a qualsiasi utente – con delle minime competenze di informatica – di verificare in che modo le applicazioni e i protocolli funzionano. I codici open-source permettono agli sviluppatori di creare nuove applicazioni su una base già esistente, favorendo così un mercato molto competitivo e ricco d’offerta. 

Inoltre, questa caratteristica delle applicazioni di finanza decentralizzata le rende molto economiche, perché qualora una piattaforma dovesse aumentare le proprie commissioni, nulla vieta ad un utente di copiarne il codice sorgente e di creare una piattaforma uguale ma con commissioni più basse. Questo meccanismo obbliga le varie applicazioni DeFi a mantenere basse le commissioni e ad offrire agli utenti dei prodotti performanti.

Decentralizzato

Le applicazioni decentralizzate vengono sviluppate su blockchain ‘pubbliche’ come quella di Ethereum. Queste blockchain funzionano su migliaia di nodi diversi (quindi di computer su cui vi è installato il software della blockchain), il che li rende impossibili da censurare o hackerare tutti contemporaneamente.

Inoltre, essendo decentralizzate, le piattaforme DeFi vengono gestite dagli utenti stessi che possono consigliare dei miglioramenti o votare per decidere se approvare o meno degli eventuali cambiamenti.

Quali sono i concetti più importanti da conoscere quando si parla di DeFi?

Alcuni concetti e nozioni sulla DeFi sono più ostiche mentre altre sono di facile comprensione. È possibile catalogare la terminologia sulla DeFi in tre macro-categorie: concetti base, avanzati e intermedi.

I concetti base della Defi

1. Assunzione ed erogazione di prestiti

Alcune piattaforme di finanza decentralizzata come MakerDAO, Aave o Compound, permettono ai propri utenti di richiedere o concedere prestiti in criptovaluta. Queste piattaforme sono accessibili a tutti, e funzionando grazie agli smart contract di blockchain come quella di Ethereum, non è richiesto a chi ne usufruisce di fornire alcun dato personale.

Gli utenti che desiderano prestare le proprie criptovalute possono depositare su una piattaforma come quelle sopraccitate i propri fondi e in cambio riceveranno degli interessi regolarmente.

Al momento, chi invece desidera prendere in prestito, dovrà comunque versare come garanzia una somma di criptovalute superiore a quella che desidera prendere in prestito. In questo modo l’utente che richiede il prestito non dovrà vendere le proprie criptovalute – ad esempio per far fronte a delle spese improvvise – e potrà ripagare nel tempo il prestito contratto, proprio come succede con banche e istituti di credito.

2. Stablecoin

Gli stablecoin sono delle criptovalute che non soffrono la volatilità in quanto ancorati ad altri asset finanziari (valute fiat, crypto asset, azioni di compagnie quotate in borsa, etc.).

Queste criptovalute sono perfette per gli investitori che in tempo di insicurezza del mercato, vogliono ‘tutelarsi’, allocando parte dei loro fondi in questi asset piuttosto che in altri più instabili (come Bitcoin, Ether, Litecoin e simili).

Gli stablecoin puntano ad offrire tutti i benefici tipici delle valute digitali decentralizzate, eliminandone però gli aspetti negativi (volatilità in primis).

3. Crypto exchange decentralizzati (DEX)

I crypto exchange decentralizzati sono delle piattaforme decentralizzate su cui gli utenti possono scambiare i propri crypto asset con altri utenti, in modo totalmente anonimo e gratuito. 

A differenza dei crypto exchange centralizzati come Binance e Coinbase, queste piattaforme non sono gestite da compagnie private ma funzionano come delle piattaforme pubbliche messe a disposizione degli utenti. 

Poiché i server utilizzati da queste piattaforme sono decentralizzati – dunque sparsi nel mondo – queste risultano essere più sicure contro gli attacchi hacker, in quanto anche se un server dovesse essere compromesso, questo non intaccherebbe l’intero sistema.

Tra le piattaforme DEX più famose ci sono Uniswap, PancakeSwap, EtherDelta e IDEX.

4. Derivati

Proprio come nel mondo della finanza tradizionale, i derivati (in inglese derivative) sono degli asset il cui valore deriva da quello di un altro asset detto sottostante.

I derivati sono strumenti finanziari oggetto di contrattazione in molti mercati finanziari (soprattutto in mercati al di fuori dei centri borsistici ufficiali) e sono caratterizzati da un alto livello di complessità, solitamente adatto ad investitori competenti.

Synthetix è una delle piattaforme DeFi più famose che offre agli utenti la possibilità di fare trading di criptovalute utilizzando i derivati.

5. Trading con margine

Fare trading con margine significa fare trading di asset utilizzando fondi forniti da una terza parte e permette ai trader di accedere a somme di capitale più grandi, i quali, di conseguenza, possono aumentare il valore delle loro posizioni. 

In breve, il trading con margine amplifica i risultati di trading in modo che i trader possano realizzare profitti maggiori sulle operazioni a buon fine (e perdite più ingenti in caso contrario). 

Nel trading di criptovalute, a differenza dei mercati tradizionali in cui i fondi presi in prestito vengono generalmente forniti da un broker d’investimento, i fondi vengono messi a disposizione da altri trader (che guadagnano interessi sulla cifra prestata) o dalle stesse piattaforme di crypto exchange. 

Le piattaforme DeFi più famose su cui fare trading con margine sono dYdX e Fulcrum.

6. Assicurazioni

Anche questo termine nasce nel mondo della finanza tradizionale e indica delle garanzie di compensazione ottenibili mediante il pagamento di un premio. 

Nella finanza decentralizzata l’utilizzo più comune delle assicurazioni è contro un possibile malfunzionamento di uno smart contract o per proteggere i propri fondi da possibili attacchi hacker.

Tra le piattaforme DeFi più utilizzate che offrono servizi assicurativi di questo tipo ci sono Nexus Mutual e Opyn.

7. DeFi wallet

I crypto wallet DeFi sono dei portafogli digitali in cui è possibile tenere al sicuro i propri asset. I DeFi wallet possiedono diverse caratteristiche: questi possono essere connessi ad internet (hot wallet) o offline (cold wallet) e hardware, software (mobile, desktop, web o estensione browser) o cartacei. 

I DeFi wallet sono indispensabili per utilizzare sistemi di crypto exchange decentralizzati come quelli sopraccitati. 

Tra i crypto wallet DeFi maggiormente compatibili con le piattaforme DEX abbiamo MetaMask (software) e quelli hardware prodotti da Ledger e Trezor.

Concetti intermedi della DeFi

1. Liquidity pool

Una liquidity pool è un insieme di fondi bloccati in uno smart contract che fungono da liquidità. Le liquidity pool sono la colonna portante di molti crypto exchange decentralizzati (DEX) in quanto servono ad agevolare il trading e i prestiti decentralizzati.

Gli utenti che forniscono liquidità – detti anche liquidity provider – ricevono in cambio le commissioni di trading delle operazioni effettuate nella pool (proporzionalmente a quanta liquidità hanno messo a disposizione della piattaforma).

Uno dei primi protocolli a utilizzare le liquidity pool è stato Bancor, e il sistema in questione è diventato sempre più utilizzato dopo l’adozione da parte della piattaforma Uniswap.

2. Perdita impermanente

La perdita impermanente si verifica quando si fornisce liquidità a una liquidity pool, e il prezzo degli asset bloccati cambia rispetto al momento in cui sono stati depositati. Più grande è questo cambiamento, più ingente è la perdita impermanente, in quanto nel momento in cui l’utente che ha fornito liquidità andrà a prelevare i suoi asset, questi avranno un valore inferiore a quando sono stati depositati.

Per controbilanciare la possibilità di subire una perdita impermanente, molte piattaforme offrono delle ricompense (sotto forma di commissioni sul trading) per incentivare i fornitori di liquidità a depositare i propri fondi.

3. Yield farming

Lo yield farming (o liquidity mining) consiste nell’ottenere guadagni utilizzando le proprie criptovalute per fornire liquidità a delle piattaforme DeFi in cambio di una ricompensa.

I liquidity provider in cambio della liquidità fornita alla pool ricevono una ricompensa, generalmente composta da commissioni generate dalla piattaforma DeFi a cui è stata fornita liquidità. Alcune piattaforme distribuiscono le ricompense in diverse criptovalute, che poi potranno essere bloccate in altre liquidity pool per guadagnare anche da lì, e così via. 

Lo yield farming può essere molto remunerativo, ma anche molto rischioso a causa della perdita impermanente.

4. Yearn.finance

Yearn.finance è un ecosistema decentralizzato che punta a semplificare il sistema di prestiti DeFi. La piattaforma possiede, inoltre, una propria criptovaluta chiamata YFI.

Spesso i fornitori liquidità fanno yield farming spostando i propri asset da una piattaforma all’altra per ottenere un guadagno. Per far questo, è necessario che un liquidity provider esegua ben due transazioni sulla blockchain di Ethereum (per passaggio di asset da una piattaforma all’altra) e questo aumenta i costi per il provider – diminuendo, dunque, il possibile guadagno.

Yearn.finance offre una piattaforma su cui è possibile passare i propri asset da una liquidity pool all’altra diminuendo il numero di transazioni da effettuare.

5. Yearn vault

I yearn vault sono una funzione offerta dalla piattaforma Yearn.finance tramite la quale è possibile bloccare dei fondi in delle pool speciali (chiamate vault) in cambio di una ricompensa in yToken, un token nativo della piattaforma. 

I fondi bloccati verranno poi ‘investiti’ seguendo una certa strategia al fine di far ottenere un guadagno sia al liquidity provider che alla piattaforma stessa.

Questo sistema è stato implementato per facilitare lo yield farming e per limitare il passaggio di asset da una piattaforma all’altra da parte dei fornitori di liquidità.

Concetti avanzati della DeFi

1. Flash loan

Un flash loan, o prestito flash, è un prestito di criptovalute che non richiede alcuna garanzia. 

La caratteristica tipica dei flash loan è che devono essere ripagati nella stessa transazione. Questo tipo di prestito si articola ‘in tre parti’: prima si riceve il prestito, poi si fa qualcosa con il prestito (generalmente si inviano i fondi ad una liquidity pool per generare un profitto) e, infine, si rimborsa il prestito. Tutto questo avviene nel giro di pochi secondi grazie alla tecnologia della blockchain.

Nel caso in cui il prestito non verrà ripagato in tempo, il network rifiuterà la transazione, ritornando, quindi, i fondi al prestatore. 

2. Sushi vampire attack

Il Sushi vampire attack è un’espressione coniata nel 2020, e si riferisce ad una strategia usata dall’allora appena nata piattaforma DeFi SushiSwap per ‘rubare’ liquidità, volume di trading e utenti alla celebre Uniswap.

Per far ciò, SushiSwap creò un token nativo chiamato SUSHI, che utilizzò per incentivare i liquidity provider a spostare i propri fondi da Uniswap e conferirli a SushiSwap. 

Una volta ottenuta abbastanza liquidità, SushiSwap utilizzò quella liquidità per fare yield farming su un’altra piattaforma.

Questa tecnica, per quanto semplice (e anche eticamente scorretta), finì col portare un enorme volume di trading alla piattaforma e fece crescere notevolmente il valore del token SUSHI.

3. Ampleforth

Ampleforth è una criptovaluta che mira a costruire una base monetaria adattiva alimentata dal token AMPL, un token ERC20 in esecuzione sulla blockchain di Ethereum.

Ampleforth riceve informazioni sul tasso di cambio, provenienti da oracoli attendibili e le diffonde ai possessori del token AMPL aumentandone o diminuendone proporzionalmente il numero di quelli detenuti da ogni singolo utente al fine di variarne il prezzo. 

L’obiettivo di Ampleforth è quello di mantenere un prezzo stabile, ma senza rimuovere del tutto la volatilità, così gli utenti di Ampleforth possono sfruttare il fattore stabilità che contraddistingue gli stablecoin senza però rinunciare al trading.

4. NFT

NFT è l’acronimo di ‘non-fungible token’, ovvero token non fungibile o non replicabile. 

Gli NFT sono dei certificati legati ad un contenuto digitale (un’immagine, un video, una GIF, un brano musicale, etc.) che sono rilasciati dall’autore stesso del contenuto e registrati poi sulla blockchain. Così facendo sarà possibile ricostruire l’effettiva autenticità di ogni opera e la proprietà di ogni NFT – a meno che non si “smarrisca” il token e con esso il relativo certificato di proprietà. 

Possedere un NFT non significa avere i diritti di proprietà su un’opera digitale, però, permette a chi lo possiede di rivendicare un diritto sull’opera stessa, come se a possederne un piccolo pezzetto.

5. Scalabilità di Ethereum e layer 1 e layer 2

Il layer 1 è lo strato di consenso base su cui tutte le transazioni di una blockchain sono registrate. Il layer 2 è semplicemente uno strato aggiuntivo che viene costruito sul layer 1 senza che quest’ultimo venga modificato in alcun modo.

Il layer 2 nasce per ovviare ad alcuni problemi presenti nel layer 1 – nel caso di Ethereum problemi legati alla sua scalabilità. 

Attualmente, Ethereum, grazie al layer 2, può processare dalle 2000 alle 4000 transazioni al secondo (e solo 15 sul layer 1).

Conclusioni

Quello della finanza decentralizzata è un movimento che punta a rivoluzionare il settore finanziario rendendolo decentralizzato e accessibile a tutti mediante l’utilizzo di tecnologie quali blockchain, smart contract (o contratti intelligenti) e crittografia.

La finanza decentralizzata è ancora agli inizi della sua evoluzione e sono ancora non pochi gli incidenti e gli attacchi informatici che colpiscono le varie piattaforme DeFi. Eppure, nonostante i problemi sopraccitati e quelli che in futuro potrebbero essere causati dalle regolamentazioni dei vari Stati – il mondo della DeFi, infatti, è ancora scarsamente regolamentato – la finanza decentralizzata promette di cambiare radicalmente il mondo della finanza e la società in generale, garantendo un ecosistema finanziario più equo ed efficiente.

Tutto questo grazie a delle piattaforme DeFi non-custodial, aperte, trasparenti e decentralizzate, caratteristiche che le rendono estremamente versatili e vantaggiose rispetto a sistemi più tradizionali che oltre ad essere molto più costosi da utilizzare e mantenere, sono anche spesso gestiti in maniera poco trasparente.


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