INTRODUZIONE
Per Internet of Things (IoT) si intende una tecnologia che si basa sull’interconnessione di molteplici dispositivi e oggetti fisici. In genere, questa consiste in un network di sensori e strumenti che comunicano con computer e altre tipologie di dispositivi attraverso internet.
Alcune tecnologie tipiche dell’Internet of Things sono termostati, cardiofrequenzimetri, irrigatori automatici e sistemi di sicurezza. Le innovazioni della tecnologia IoT consentono monitoraggio, controllo, verifica e automazione remoti di una vasta gamma di dispositivi e sensori, i quali possono essere usati all’interno di diversi settori (es. domotica, catena d’approvvigionamento, etc.).
In tutto questo, la blockchain ricoprirà il ruolo di applicazione chiave per l’Internet of Things. La tecnologia in questione può essere utilizzata per tracciare miliardi di dispositivi collegati, consentendo l’elaborazione delle transazioni che questi producono e il coordinamento tra i dispositivi fisici. Questo approccio decentralizzato potrebbe ovviare ai problemi che affliggono le reti tradizionali, facilitando la creazione di un ecosistema più stabile sul quale potranno operare i dispositivi smart. Gli algoritmi crittografici utilizzati dalle Blockchain, inoltre, permetterebbero di aumentare la tutela dei dati dei consumatori privati.
L’Internet of Things, in poche parole, è il primo passo verso la piena digitalizzazione della nostra società. La dimensione del mercato IoT intanto continua a crescere; secondo le stime di KPMG, il mercato IoT – blockchain, in termini di valore, è destinato a crescere fino a toccare i 3 miliardi di dollari nel 2025; per quella data ci saranno circa 75 miliardi di dispositivi smart connessi a internet.
Quali sfide attendono la blockchain nel campo dell’Internet of Things?
Tutti gli ecosistemi IoT, attualmente, dipendono da comunicazioni client/server, broker di fiducia centralizzati, protocolli come SSL (Secure Socket Layer), TLS (Transport Layer Security) o da meccanismi come Public Key Infrastructure (PKI) per identificare i nodi della rete e controllare il sistema delle comunicazioni. Queste tecnologie hanno dimostrato di essere molto valide e continueranno a rispondere alle esigenze degli ecosistemi più basilari, ma con la progressiva crescita del fenomeno IoT, le reti centralizzate diventeranno presto un collo di bottiglia, causando ritardi e guasti negli scambi critici a causa dell’eccessivo congestionamento del traffico di rete.
Ecco, quindi, i problemi principali che oggigiorno affliggono il campo dell’Internet of Things:
Scalabilità
Le blockchain più note come quelle di Ethereum e Bitcoin soffrono da tempo di problemi di scalabilità e non sono adatte alla quantità di dati che i dispositivi IoT produrranno da qui a pochi anni. Con il costante aumento di dispositivi connessi ad internet, sono in molti, dunque, a chiedersi se le reti blockchain possano effettivamente far fronte all’enorme volume di dati che dovrebbe essere prodotto dai dispositivi IoT nei prossimi 5-10 anni senza rallentare la velocità delle transazioni o il flusso di dati.
Sicurezza
Attualmente, la maggior parte degli ecosistemi IoT si basa su reti centralizzate che presentano diverse criticità in termini di sicurezza. Queste, infatti, come quasi tutte le reti centralizzate sono semplici da manomettere e molto più vulnerabili ad attacchi hacker, rispetto alle reti blockchain decentralizzate che, invece, forniscono un elevato livello di sicurezza grazie all’utilizzo della crittografia.
Tuttavia, pur dialogando su una rete decentralizzata, i dispositivi IoT continueranno ad essere manomettibili, e rendere questi dispositivi più sicuri sarà senza dubbio uno degli ostacoli più grandi da superare nel campo dell’Internet of Things.
Interoperabilità
Un’altra grande sfida da affrontare nei prossimi anni nel campo dell’Internet of Things è quella interoperabilità cross-chain, che dovrà essere senza dubbio migliorata se si vogliono davvero sfruttare i vantaggi dei dispositivi intelligenti interconnessi.
Una tecnologia cross-chain è una tecnologia emergente che cerca di consentire la trasmissione di valore e informazioni tra diverse reti blockchain, permettendo a quest’ultime di comunicare tra loro. La maggior parte delle reti blockchain, infatti, opera su ecosistemi isolati e questo ha reso quasi impossibile per le persone godere appieno dei vantaggi derivanti da questa tecnologia.
Tornando nel campo dell’IoT, senza sviluppare una tecnologia cross-chain pienamente funzionante, in futuro, potrebbe presentarsi una situazione in cui i dispositivi IoT saranno connessi a più reti decentralizzate isolate che funzionano bene per il loro scopo, ma che non sono in grado di comunicare con altri dispositivi.
Conformità e regolamentazioni
Infine, va considerato il problema della legalità dell’IoT in relazione alla blockchain. Infatti, qualora si vorrà sfruttare al massimo queste due tecnologie combinate, si dovrà anche regolamentare attentamente il loro funzionamento.
Ad esempio, qualora un dispositivo medico connesso all’IoT impiantato in un paziente dovesse intraprendere un’azione basata su determinate regole del contratto intelligente, finendo per causare danni al paziente, a chi dovrebbe essere attribuita la responsabilità? Sarebbe responsabilità del produttore o della piattaforma IoT? Inoltre, se la piattaforma IoT è basata su una blockchain decentralizzata e, dunque, senza un’entità di controllo e individuare una parte responsabile potrebbe presentare un ulteriore problema.
In che modo la blockchain può aiutare il campo dell’Internet of Things?
L’incrocio tra il mondo Internet of Things e quello blockchain è caratterizzato da grandi potenzialità, ma, come abbiamo visto, anche da difficoltà di integrazione non trascurabili.
Una volta adattata agli ambiti applicativi dell’Internet of Things, la blockchain utilizzerà lo stesso meccanismo in uso nelle transazioni finanziarie per creare record immutabili associati ai dispositivi intelligenti e agli scambi di dati che avvengono tra questi. In questo modo, la blockchain fungerà da garante dell’identità dei diversi nodi della rete (attraverso l’impiego di certificati o chiavi digitali) e da certificatore della provenienza e dell’integrità dei dati raccolti dagli oggetti connessi grazie all’apposizione di un timbro digitale e alla registrazione dell’istanza temporale. Tutto ciò consentirà ai dispositivi smart di comunicare in totale autonomia, e di verificare la validità delle transazioni senza la necessità di un’autorità garante centralizzata.
I dispositivi verranno registrati nelle blockchain una volta entrati all’interno di una rete IoT in ambito industria 4.0, e dopodiché potranno elaborare in autonomia le transazioni.
Quali compagnie utilizzano la blockchain nel campo dell’Internet of Things?
Xage
Xage è una start-up con sede a Palo Alto, in California, fondata nel 2016 da Susanto Irwan e Roman Arutyunov, ed è considerata come la prima piattaforma di sicurezza al mondo che unisce la tecnologia della blockchain all’IoT industriale.
Xage prevede di rivoluzionare diversi settori, offrendo alle grandi aziende misure di cybersecurity all’avanguardia che utilizzano la blockchain.
L’Industria 4.0 di solito si basa su dispositivi e sistemi altamente connessi e la protezione di questi sistemi industriali è una priorità assoluta, poiché sono spesso presi di mira da attacchi informatici. I tradizionali modelli di sicurezza informatica devono, pertanto, essere sostituiti con modelli distribuiti, decentralizzati e basati sulla tecnologia della blockchain che utilizza crittografia e algoritmi di hash per la sicurezza dei dati.
In questo contesto, le soluzioni di cybersecurity offerta da Xage alle aziende, consentono l’autenticazione machine-to-machine (M2M) e uomo-macchina, la condivisione sicura dei dati, la gestione del ciclo di vita dei dispositivi e il funzionamento autonomo.
Helium
Helium è un network decentralizzato basato sulla blockchain ideato per i dispositivi Internet of Things (IoT).
Il progetto è nato nel 2013 dalla mente di Amir Haleem, Shawn Fanning e Sean Carey ed è stato lanciato ufficialmente nel 2019 con l’intento di preparare la comunicazione IoT per il futuro, identificando e ovviando alle inadeguatezze dell’infrastruttura attuale.
Helium è il primo network decentralizzato al mondo ad utilizzare la blockchain per connettere macchine IoT a bassa potenza (come router e microchip) a internet. L’infrastruttura internet wireless basata sulla blockchain nativa di Helium utilizza la tecnologia radio per rafforzare la connessione internet e ridurre drasticamente la potenza necessaria per far funzionare i dispositivi smart.
In questo modo Helium permette ai dispositivi wireless a bassa potenza di comunicare tra loro e di scambiarsi dati attraverso la sua rete di nodi. I nodi si presentano sotto forma ‘hotspot’, ovvero una combinazione di un gateway wireless e un dispositivo di mining blockchain. Gli utenti che gestiscono i nodi, quindi, estraggono e guadagnano ricompense in HNT, il token nativo di Helium.
VeChain
VeChain è una piattaforma basata sulla blockchain pubblica VeChainThor, lanciata nel 2015 da Sunny Lu, ex direttore informatico di Louis Vuitton Cina.
VeChain è una soluzione aziendale che unisce la tecnologia blockchain e quella Internet of Things per migliorare la gestione della catena d’approvvigionamento e altri processi aziendali.
VeChain fornisce ai propri clienti degli speciali chip intelligenti – costruiti dalla compagnia stessa – e implementati in codici QR o tag NFC e RFID che funzionano come sensori e captano (e registrano) informazioni dall’ambiente circostante che vengono poi caricate sulla blockchain di VeChain.
Questa soluzione è perfetta per le aziende colpite da contraffazione o da altri tipi di frode come quelle operanti nel settore della moda, dei beni di lusso o nell’industria alimentare.
IOTA
IOTA è un libro mastro distribuito unico nel suo genere, poiché, in realtà, non è una vera blockchain. IOTA, infatti, possiede una tecnologia proprietaria (simile a quella della blockchain) conosciuta come Tangle, un sistema di nodi che confermano le transazioni.
Tangle offre una velocità di convalida delle transazioni di molto superiore rispetto alle blockchain convenzionali (ad esempio Ethereum e Bitcoin) e questo la rende perfetta per l’ecosistema di Internet of Things in continua espansione.
Non essendoci una vera e propria blockchain, di conseguenza non ci sono nemmeno dei miner, e poiché non ci sono miner, non ci sono nemmeno commissioni. Molte delle blockchain più famose vedono aumentare i costi quando il numero di transazioni da confermare si intensifica, a differenza di ciò che accade con IOTA che, invece, mira a mantenere minime le spese e alto il numero di transazioni al secondo processabili.
Originariamente noto come Jinn, il progetto è stato lanciato ufficialmente nel 2016 da Sergey Ivancheglo, Serguei Popov, David Sønstebø e Dominik Schiener, e col tempo, IOTA punta a diventare la piattaforma più utilizzata per quanto riguarda l’esecuzione di transazioni tra dispositivi IoT.
Ricapitolando
La crittografia blockchain rende praticamente impossibile per chiunque sovrascrivere i record di dati esistenti, pertanto, l’utilizzo della blockchain per archiviare i dati IoT aggiunge un altro livello di sicurezza per impedire a malintenzionati di accedere alla rete.
L’integrazione di IoT e blockchain apre le porte a nuove possibilità che potrebbero ridurre le inefficienze del settore, migliorandone sicurezza e trasparenza per tutte le parti coinvolte e consentendo al contempo transazioni sicure da macchina a macchina.
Blockchain e IoT, dunque, possono essere una combinazione incredibile in grado di rivoluzionare completamente il concetto di oggetti interconnessi.