Non è una novità che la causa in corso in cui è coinvolta Ripple abbia pesato gravemente sulla crescita di XRP, il token della compagnia.

L’amministratore delegato di Ripple, Brad Garlinghouse, ha recentemente messo in dubbio la propensione della SEC verso il token Ethereum, sostenendo che XRP sarebbe stata la seconda criptovaluta più importante in termini di capitalizzazione di mercato (al posto di ETH), se non fosse stato per il parziale giro di vite dei regolatori americani nei confronti della sua azienda.

Garlinghouse ha parlato ieri alla conferenza virtuale della DC Fintech Week, sostenendo che la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti ha affermato che l’XRP di Ripple fosse un asset non registrato, mentre, al contempo, concedeva a Ethereum un ‘lasciapassare’ legale che ha fatto schizzare alle stelle il suo prezzo.

“Negli ultimi anni, XRP è stato il secondo asset digitale più prezioso, ma quando è diventato chiaro che la SEC volesse favorire ETH, il prezzo di quest’ultimo ovviamente è esploso”, ha dichiarato l’AD.

XRP, in effetti, si è assicurato la posizione di secondo asset crittografico più grande per capitalizzazione di mercato durante la seconda metà del 2017. Tuttavia, il token è poi sceso al settimo posto mentre Ethereum ha ricoperto il secondo posto.

Brad Garlinghouse, ceo di ripple
Brad Garlinghouse, amministratore delegato di Ripple

In che modo la causa in corso ha colpito gli utenti XRP?

Garlinghouse afferma anche che le ultime normative della SEC in materia di criptovalute, nate per proteggere i consumatori, in realtà danneggino gli investitori.

Riferendosi alla causa XRP, l’AD di Ripple ha sottolineato che quasi 50.000 utenti statunitensi di Ripple che detengono XRP stanno cercando di citare in giudizio la SEC essendosi ritrovati all’improvviso con fondi ribassisti e congelati. Durante la corsa al rialzo in corso, infatti, XRP rimane considerevolmente ribassista a causa della repressione normativa su Ripple.

“Le misure intraprese dalla SEC impediscono ai titolari di XRP di negoziare, vendere, trasferire o convertire i propri XRP. È a causa di questo sequestro di fatto in atto nei confronti delle loro proprietà che i titolari XRP hanno compiuto il passo straordinario e chiesto l’intervento di un giudice in qualità di imputati” ha scritto l’avvocato della compagnia.

All’inizio di questa settimana, l’avvocato di Ripple ha presentato una mozione per conto dei titolari di XRP (in qualità di imputati) contro l’ennesimo rinvio dell’udienza da parte della SEC, affermando che qualsiasi ulteriore ritardo nella risoluzione di questo caso “causerà gravi danni agli interessi degli imputati e dei detentori di XRP”.


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