Oggi, venerdì 24 settembre, i più potenti regolatori cinesi hanno intensificato la repressione nei confronti delle criptovalute con un divieto generale su tutte le transazioni effettuate in criptovaluta e sul crypto mining, colpendo, di conseguenza, Bitcoin e tutte le altre monete principali.

Dieci agenzie, tra cui la banca centrale e i regolatori della security and foreign exchange, hanno promesso di lavorare insieme per sradicare l’attività “illegale” favorita dalle criptovalute. Si tratta del primo tentativo da parte dei regolatori cinesi di unire le forze per vietare esplicitamente tutte le attività legate alle criptovalute.

“Questa volta è stato chiarito che la Cina non supporterà lo sviluppo del mercato delle criptovalute in quanto questo va contro le sue politiche di rafforzamento del controllo sul flusso di capitali e sulle grandi tecnologie”, ha affermato George Zarya, amministratore delegato di Bequant, famoso crypto exchange con sede a Londra.

La People’s Bank of China (PBOC) ha affermato che le criptovalute non devono circolare come valute tradizionali e che ai crypto exchange esteri è vietato fornire servizi agli investitori cinesi via Internet, tagliando i colossi Coinbase e Binance fuori dal secondo mercato mondiale in termini di criptovalute.

La PBOC ha anche vietato alle istituzioni finanziarie, alle società di pagamento e alle società Internet di facilitare il commercio di criptovalute a livello nazionale.

Il governo cinese “reprimerà risolutamente la speculazione sulle criptovalute, nonché le relative attività finanziarie e i comportamenti scorretti al fine di salvaguardare le proprietà delle persone e mantenere l’ordine economico, finanziario e sociale”, ha affermato la PBOC in una nota.

criptovalute Cina: stop a mining e transazioni in criptovaluta

In che modo hanno reagito i mercati?

Il prezzo di Bitcoin, la più grande criptovaluta del mondo, è sceso di oltre il 6%, toccando quota 42.2167 dollari, in seguito alla notizia. Anche le monete più piccole, che in genere salgono e scendono in tandem con Bitcoin, sono crollate. Ether è sceso del 10% e la stessa sorte è toccata a XRP.

L’annuncio del governo cinese non ha colpito solo le criptovalute ma anche le azioni legate alle blockchain. I miner quotati negli Stati Uniti, come Riot Blockchain, Marathon Digital e Bit Digital hanno perso tra il 6,3% e il 7,5% nel trading pre-mercato, mentre Coinbase Global, il celebre crypto exchange con sede a San Francisco è sceso del 3,4%.

Un annuncio del genere, tuttavia, era già atteso da qualche mese. A maggio 2021, infatti, la Cina aveva già annunciato di voler creare una versione digitale dello yuan, la sua valuta nazionale. Ovviamente, la libera circolazione delle altre criptovalute come Bitcoin e simili, potrebbe minare (non poco) la stabilità e la possibile adozione della nuova criptovaluta statale.

Di questo passo, è molto probabile che l’incertezza dei mercati duri ben poco e che i prezzi delle varie criptovalute tornino a salire, proprio come è già successo in passato in seguito a diversi annunci che hanno creato non poco panico tra gli investitori.


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